I RICERCATORI DEL MARKETING hanno lavorato anni per essere sicuri che l’ acquirente comune guardi più prodotti possibili durante la spesa, perché più vedono, più comprano.Fare la spesa nel supermercato sembra una attività innocua. Tutti facciamo la spesa almeno una volta a settimana senza però prestare troppa attenzione a ciò che accade dietro le quinte del supermercati. Il nostro modo di comprare è diventato una scienza fra le più studiate e con il maggior numero di ricercatori nel mondo. “I ricercatori del marketing hanno lavorato per anni per essere sicuri che l’ acquirente comune guardi più prodotti possibili durante la spesa, perché più vedono, più comprano”, questo è ciò che ha detto Marion Nestle, autrice di What to Eat: An Aisle-by-Aisle Guide to Savvy Food Choices and Good Eating. Quindi se vuoi essere un acquirente intelligente leggi questi trucchetti e segreti nascosti nel supermercato.

1. I carrelli della spesa sono sporchi.

In accordo con gli studi fatti sui carrelli, più del 60% di questi danno rifugio a batteri coliformi (la specie di batteri che si ritrova sulle toilette pubbliche!). Il Dr. Chuck Gerba, microbiologo dell’ Università di Arizona dice :”Questi batteri potrebbero venire dalle verdure non ancora lavate, dai salumi non ancora spellati, dalle mani sporche dei clienti o dai bambini che si siedono nei carrelli. Basta pensare che dove avete messo i broccoli pochi minuti prima si trovava il sedere di un bambino”. Secondo gli studi fatti da Gerba e sui collaboratori, i carrelli della spesa hanno più batteri di tutte le superfici da loro studiate, incluse le tavolette del wc e i poggiatesta dei treni. Per evitare di sporcarsi con questi fastidiosi batteri Gerba suggerisce di pulire il manico del carrello con dei fazzoletti igienizzati e di lavarsi le mani dopo aver fatto la spesa.

2. I cibi “amici dei bambini” sono disposti alla loro altezza.

Chiunque faccia la spesa con dei bambini sa che deve porre attenzione alle cose che questi prendono e buttano nel carrello. Marion Nestle dice :”Dico sempre ai genitori di non fare mai la spesa con i figli. Le scatole con su disegnati dei cartoni animati sono sempre posizionati negli scaffali più bassi dove anche i bambini ai primi passi possono arrivare”. Un viaggetto nel corridoio dei cereali ve lo confermerà, Tara Gidus della American Dietetic Association dice: “I cereali zuccherati sono al livello degli occhi dei bambini, mentre quelli salutari e ricchi di fibre sono negli scaffali più alti “. E’ la stessa situazione che si ritrova ai registratori di cassa dove le caramelle e le gomme sono strategicamente posti per incoraggiare acquisti impulsivi di adulti e bambini che posso facilmente afferrare questi piccoli prodotti.

3. Affettano e tagliano i cibi in modo da poter aumentare il prezzo.

Nel reparti cibi freschi possiamo trovare delle belle fette di anguria già tagliate o verdure e insalata fresca lavate e tagliate. Nella zona macelleria il petto di pollo come anche le bistecche sono già affettate e anche marinate, pronte per essere cotte. Non si può negare che questi cibi già tagliati rendano la vita più facile a anche i nutrizionisti concordano sul fatto che ciò fa aumentare il consumo di vegetali o frutta e quindi è una buona cosa per la salute. Bisogna però almeno tener presente che si sta pagando un sovraccarico di prezzo abbastanza elevato (alcune volte più del doppio, basta leggere il prezzo al kilo e non della singola confezione) per una cosa che potremmo fare da soli.

4. I cibi che fanno bene alla salute sono nascosti!

L’esempio classico è quello della pasta integrale che è posta negli scaffali più bassi o anche i cibi biologici che spesso hanno un piccolissimo scaffale tutto loro vicino ai cibi etnici.

5. Le esposizioni alla fine della corsia sono lì per distrarti dalla tua missione.

Marion Nestle dice: “Le compagnie alimentari pagano i negozi per posizionare i loro prodotti dove possono essere visti più facilmente, come ad esempio nelle esposizioni alla fine delle corsie”. Il concetto è quello di posizionare oggetti ad alto profitto o anche gruppi alimentari come le cioccolate per ispirare acquisti compulsivi; e anche se alcune volte queste esposizioni sono usate per promuovere articoli in offerta le persone comprano anche se non ci sono offerte. Il Dr. Brian Wansink direttore del Laboratorio Food and Brand dell’ Università di Cornell e autore di Mindless Eating dice :” Le persone comprano il 30% in più di prodotti che sono posizionati nelle esposizione di quelli a metà del corridoio, anche perché pensiamo che il vero affare si trova alla fine”.

6. Gli affari non sempre sono affari.

Chi può resistere ad offerte tipo “Compra 5 e ne hai uno gratis”, o “3 per un Euro”? Apparentemente solo poche persone. Il Dr. Brian Wansink dice: “Ogni volta che vediamo un numero in un cartello pubblicitario su uno scaffale compreremo circa il 30% in più di quel prodotto di quanto intendevamo comprare” e quindi se compri di più di quanto hai bisogno non sarà necessariamente un affare! O ancora peggio ti farà consumare di più, sempre Brian Wansink ci dice : “Una volta che il prodotto è in casa lo mangerete anche senza volerlo… è così un peccato buttare il cibo”. Infine se una scatola ad esempio di tonno è pubblicizzata ad un prezzo più basso di un’altra fate attenzione alla quantità di tonno nella scatola e cercate di leggere qual’è il prezzo al kilo. Aggiungo un commento del post su questo tema di protonutrizione:” Avendo studiato marketing conosco questi trucchi ed altri, alcuni dei quali sono effettivamente molto efficaci. Uno ad esempio è mettere l’indicazione “Promozione” “Offerta speciale” o simile senza per questo variare il prezzo del prodotto. Immancabilmente il tasso di rotazione di quel prodotto aumenterà in quando il consumatore tende a non memorizzare i prezzi dei prodotti, particolarmente se non si tratta di un bene ad acquisto ripetuto. La cosa funziona ancora meglio se questi prodotti con riduzione di prezzo non effettiva sono all’interno di una più ampia offerta promozionale con prodotti che hanno avuto un effettiva riduzione e gli esempi potrebbero continuare. Conoscendoli si riesce a non subirne gli effetti negativi ed a volte a sfruttarli a proprio vantaggio.”

7. Camminerai nel negozio seguendo una strada obbligata

Non solo il percorso come tutti sanno è sempre obbligato a causa della disposizione degli scaffali ma nei grandi supermercati spesso siamo obbligati a seguire un percorso senza accorgercene. Il percorso “obbligato” è infatti creato senza barriere architettoniche ma seguendo i bisogni primari degli acquirenti tipo il pane, la pasta, il latte e le verdure; seguendo questi percorsi ci troveremo con il 60-70% di prodotti in più di quanto avevamo preventivato.

8. Non puliscono sempre come dovrebbero.

Gli ispettori dell’ Ufficio di Igiene spesso (almeno spero) controllano i supermercati alla ricerca di eventuali irregolarità. Potete però fare una piccola ispezione da soli. Vi può bastare passare il dito sulla parte alta degli scaffali per ritrovarlo pieno di polvere. Se poi vedete delle mosche sappiate che possono portare dei batteri e, infine, se c’è polvere sulle confezioni evitate di comprarle.

 

Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio.org

56 pensiero su “8 COSE CHE IL SUPERMERCATO NON VUOLE CHE TU SAPPIA”
    1. salve a tutti. lavoro nella grande distribuzione da 36 anni molto nota, per cui tutto ciò non mi è nuovo. sappiate che quando l’ufficio d’igiene arriva, loro sono già avvisati! andare con la lista è un ottima tattica. il mio supermercato in assoluto è l’eurospin. quello che non so invece, è che, vorrei anch’io togliere tutte le carte che ho, ma come essere certi poi, che ciò avvenga davvero??? si può poi fare una verifica, se il tutto è avvenuto?

  1. Ho letto il divertente libro ‘Gesù lava più bianco’, di Bruno Ballardini (ed. Minimum Fax), e ritrovo tutti i commenti sulla disposizione degli spazi e delle corsie; osservando la realtà la manipolazione è davvero palese. Non lasciamoci condizionare, cerchiamo di pensare sempre e comunque con la nostra di testa, non accettiamo di essere trasformati in un gregge, possiamo fare molto!!!

  2. io sto lottando per togliere tutte le carte dade dai vari supermercati, con la famosa raccoltra punti sanno cosa compri con che frequenza, l’importo medio. una bella ricerca di mercato per poi darti punti 1000 punti , cioè uno ogni euro ,e ti applicano uno sconto di 10 euro azz 1%. ho tolto tutto e mi son fatto togliere dal loro database ,credetemi s’incazzano a morte e molte volte la pubblicità l’inviano ancora cosicche io li ho denunciati per violazione alla privacy. ora sono in aspettativa di rimborso. TOGLIERE LE CARTE deve divendare uno slogan attivo per tutti

    1. Per quanto riguarda i punti, d’acccordissimo, ma per quanto riguarda gli sconti, no. Io cerco di essere un consumatore accorto e non solo il mio dio e` Kilogrammo nella comparazione di tutti i prezzi e quello dei generi che compro piu` spesso lo conosco a memoria nei diversi supermercati in cui vado per ottimizzare il risparmio, ma se una carta o tessera mi consente di avere uno sconto reale variabile dal 10 al 50% su alcune decine di prodotti che cambiano abbastanza di frequente (fra parentesi, come si puo` vedere, normalmente non prendo mai nulla al di sotto del 30% di sconto) allora quella tessera mi fa chiaramente risparmiare in modo consistente; di essere profilato poi non ho timore, dato che abitualmente ruoto e diversifico i miei acquisti per qualita` e convenienza su almeno 4 supermercati di catene diverse (LIDL, Eurospin, Penny, EsseLunga e, per alcuni prodotti, anche INNs e talora saltuariamente pure IperCOOP – quando hanno sconto 20% per soci + 10% su tutti prodotti e/o su prodotti loro).

      1. Non si è mica costretti a fare la raccolta punti! Se poi sanno che compro più pomodoro che pasta sai quanto me ne frega. Preferisco la grande distribuzione piuttosto che il commerciante sottocasa che ti guarda con superiorità e quando meno te lo aspetti ti frega pure. Un esempio: lo scontrino!

    2. Hai perfettamente ragione! Cercano sempre di propinarmele ma non le voglio mai proprio per questo motivo

      1. perche’quando il commerciante non vi rilascia lo scontrino non lo richiedete? avete mai letto attentamente cosa e’scritto su gli scontrini ESSELUNGA .?? LEGGENDO IN FONDO ATTENTAMENTE troverete la dicitura…SCONTRINO NON FISCALE…..PERCHE?

        1. e’ scritto “non fiscale” perchè in Italia esiste una legge che permette alla grande distrubuzione di non essere costretta a emettere uno scontrino fiscale. La spiegazione sta nel fatto che i supermercati della GdO possono trasmettere telematicamente all’Agenzia delle entrate, distintamente per ciascun punto vendita, l’ammontare complessivo dei corrispettivi giornalieri delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi. Tutto questo per facilitare il lavoro di controllo delle autorità competenti. In ogni caso questo scontrino ha validità di garanzia come lo scontrino fiscale

    3. Hai perfettamente ragione. Purtroppo, vuoi per la vita frenetica, vuoi per indolenza, la maggior parte delle persone compra presso i supermercati credendo di risparmiare sulla spesa. Al contrario, invece, spendono di piu’ perche’ acquistano anche prodotti dei quali potrebbero fare a meno. Io, quasi il 100 per cento della spesa la faccio nei piccoli negozi di prossimita’. Si spende di meno nel complesso e si aiuta le famiglie che gestiscono questi negozi. Facendo la spesa negli ipermercati si “ingrassano” le multinazionali.

    4. Io la carta non la tolgo per il semplice fatto che spesso fanno sconti solo alle persone che hanno la carta. Ad esempio qualche mese fa due viennette grandi le facevano pagare 5 euro. Se avessi comprato due viennette grandi senza carta, avrei pagato 8-9 euro.
      Quello che dice l’articolo già lo conoscevo, ora compro solo i prodotti che mettono più in alto o più in basso (che sono di marche non conosciute e molto economici). Faccio così con tutto: cereali, pasta, legumi, ecc. Il fatto è che non voglio finanziare nemmeno le multinazionali 🙂

  3. Tutto vero,anzi è addirittura peggio,parlando delle offerte per esempio non solo lasciano il prezzo normale e lo pubblicizzano come offerta,più volte mi è capitato di vedere prodotti messi in offerta con prezzi addirittura aumentati(e la gente giù a comprare)

    1. questo è l’effetto SALDI….una cosa che costava tre euro, la settimana prima dei saldi, la si ritrova a sei euro ma scontata del 20% (neanche 50%)…eheheheh furbetti !! per fortuna ci stiamo abituando un pò tutti a farci l’occhio.

    2. si verissimo, è già un pò di tempo che mi sono accorta di questo trucchetto (o truffa!!!)

  4. se si frequenta1-2 super è abbastanza facile memorizzare i prezzi e di conseguenza evitare falsi sottocosto; e naturalmente ci si regola con altri super a frequenza variabile. non è difficile e il risparmio è assicurato. parola di esperta.

    1. saggia, ho fatto per anni la spesa per un ristorante di famiglia e sono molto attento. In casa ho sempre scorte, e questo mi agevola nell’acquistare dove maggiormente conviene.

  5. IO NON COMPERO MAI LE ROBE IN OFFERTA PERCHÉ HO L’IMPRESSIONE SIANO POCO FRESCHE, IN SCADENZA O ANCHE GIÀ SCADUTE. NON MI FIDO. VUOL DIRE CHE INVECE DI 2 KG E UNO IN REGALO, COSI’ SAREBBERO TRE, PREFERISCO 1/2 KG MA SANO E SICURO.
    PENSO CHE NON STO SBAGLIANDO!

  6. c’e’ il macellaio per la carne e il fruttivendolo per la verdura, il panaio per il pane e il gelataio per il gelato, che vadano affanculo i supermarket, questa è l’unica soluzione.

    1. Si e’ vero , c’e il fruttivendolo, il fornaio, il macellai,
      il casolino, ma quando arrivi a casa ti accorgi che hai speso molto di più .

  7. Finalmente se ne parla, ….la sporcizia e la pericolosità dei manici dei carrelli per la salute sta venendo a galla.
    Io lo dico dal 2008 quando per questo motivo dopo un’analisi microbatteriologica su queste superfici a campione ho Brevettato dopo uno studio di fattibilità “Mio il Salvamani”, http://www.proteggiletuemani.it la pratica, comoda,economica,biodegradabile copertura usa e getta per utilizzare queste sudicie superfici senza il pericolo di contrarre malattie a carattere infettivo anche gravi quali infezioni gastrointestinali, dermatiti, congiuntiviti, influenze di ogni tipo… herpes ed altre patologie.
    L’utilizzo di milioni di utenti che per la fretta omettono le più banali norme igieniche quali lavarsi le mani dopo l’uso dei bagni, le collocazione esterna dei carrelli soggetti allo scarico di migliaia di auto, la mancanza di ogni azione disinfettante da parte dei magazzini, trasformano il carrello nel veicolo più performante nella propagazione di ogni tipo di agente patogeno contaminante, compreso il tanto “blasonato” E-Coli.
    Visitate il mio sito per saperne di più ed eventualmente procurarvi ” Mio il Salvamani” perchè ve lo posso assicurare ….la G.D.O. di fornirlo ai propri clienti non ne vuole sapere….come sempre in Italia il Business batte la Salute pubblica 3 a 0.
    Grazie per l’attenzione
    Franco Berto
    Titolare del Brevetto per ” Mio il Salvamani”
    info cell 3393909757

    1. mi sembra che non sia mai morto nessuno o che non ci sia mai stata una epidemia da batteri su carrelli 🙂

      1. beh come puoi esserne sicuro che non sia mai morto nessuno per questo motivo? non è che vai all’ospedale e ti dicono ”stai morendo perchè hai contratto la sindrome da carello della spesa”… o sbaglio?

  8. NUOVA ASSOCIAZIONE IMPRENDITORI
    AGORA’
    Sede sociale: San Severo, Corso Leone Mucci n° 281-Fax 0882/332577-E-Mail:agoracozzoli@tiscali.it

    Oggetto:
    Proposta di abrogazione o modifica
    Decreto Legge n° 218 del 06/04/2001,
    propedeutica alla salvaguardia del tessuto
    economico e sociale dei Comuni Italiani
    QUESTA E’ UNA LETTERA DEL 2005…..

    AL MINISTERO ATTIVITA’ PRODUTTIVE
    ROMA

    ALL’A.N.C.I.
    ROMA

    ALL’ UNIONCAMERE
    ROMA

    AL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA
    BARI

    ALLA CAMERA DI COMMERCIO
    BARI

    ALLA CAMERA DI COMMERCIO
    FOGGIA

    ALL’ ON. VINCENZO CANELLI
    SAN SEVERO

    AL SEN. CARMELO MORRA
    SAN SEVERO

    AL CONS. REG. DINO MARINO
    SAN SEVERO

    AL CONS. REG. FRANCESCO DAMONE
    SAN SEVERO

    La situazione economica delle città pugliesi, oltre che italiane, si sta lentamente, ma inesorabilmente, deteriorando.
    A modesto parere della scrivente, è da considerare nefasta la possibilità concessa dalle larghe maglie delle ultime Leggi che regolamentano e disciplinano il commercio, che hanno favorito sempre più gli insediamenti commerciali di grandi dimensioni.
    Tali strutture, avvantaggiate, e da una lunga serie di incentivazioni, allocazioni urbanistiche favorevoli, orari flessibili e da legislazioni globalizzanti (che limitano sempre più le forme di vendita tradizionale), stanno funzionando come una sorta di buco nero, che sta ingoiando lentamente le risorse monetarie dei consumatori, che sempre più acquistano presso tali catene distributive.
    E’ da mettere certamente in correlazione, in tal senso, lo spopolamento dei piccoli centri montani con l’impoverimento di tali economie, sorrette fino a qualche tempo fa dalla circolazione interna del denaro, proveniente da stipendi, pensioni e aiuti di stato di varia natura, ai ceti meno abbienti, oltre che dai proventi di attività turistiche derivanti dal approvvigionamento in loco dei prodotti locali.
    A modesto parere della scrivente, si dovrebbe intervenire immediatamente, politicamente e legislativamente, sulle cause del declino economico delle piccole realtà cittadine italiane, specie del Sud.
    Esse sono povere di insediamenti produttivi industriali e artigianali che, se favoriti, compenserebbero, in parte, la fuga di risorse monetarie verso lidi già di loro opulenti, che si sono avvalse di politiche economiche lungimiranti, condotte negli anni da amministratori e legislatori non miopi.
    E’ in quest’ottica di ulteriore potenziamento economico che, presumibilmente, è stato emanato il Decreto in oggetto.

    Il termine sottocosto alimenta nei consumatori fantasie che, nei fatti, sono da considerare fallaci.
    Per una serie di logiche commerciali, sono difficilmente realizzabili, ciclicamente, vendite di puro sottocosto, dato che non siamo di fronte a istituti di beneficenza.
    Prendendo ad esempio i prodotti alimentari, solo avventati, e non sempre ripetibili, contratti fra catene distributive e produttori possono dar luogo ad interminabili vendite sottocosto.
    In realtà si ha il fondato sospetto che certi prezzi civetta servano solo ed esclusivamente ad attirare consumatori che, trovato l’oggetto del desiderio si lasciano andare ad acquisti di prodotti che hanno prezzi normali, se non superiori al mercato, compensando, nei fatti le perdite del sottocosto.
    Le sovrapproduzioni e le giacenze di magazzino sono fisiologicamente deprezzate dal mercato, senza aver bisogno di fregiarsi del titolo di vendita sottocosto.
    I saldi, gli sconti, le vendite promozionali sono già una realtà non facilmente controllabile dagli organismi di controllo….
    A riguardo, fra le righe delle circolari 3528/c prot. n° 513596 del 24/10/2001 e 3548/c prot. 509518 del 25/07/2002, si leggono i dubbi del Legislatore circa la reale efficacia dei controlli sulle inosservanze dei dettami di tale Legge; infatti è stato necessario stilare un Protocollo di Intesa sul sottocosto, per rendere più restrittivi i vincoli della Legge 218, avvertita, dal Legislatore, la necessità di coinvolgere Istituzioni, Associazioni ed Enti vari in una suddivisione degli oneri persuasivi.
    Si ha l’impressione che tale segnale sia stato una deposizione delle armi sul controllo effettivo della concorrenza leale (Art. 1-2 Dec. Leg. 114/98).
    Nello specifico, la circolare n° 3548/c enuncia le difficoltà di “risalire al prezzo effettivo di costo di un prodotto in conseguenza del fatto che il medesimo è spesso risultante, oltre che dalla fattura di acquisto, anche da accordi tra produttori e distributori”.

    San Severo 3 ottobre 2005
    il Presidente
    Claudio Cozzoli

  9. Il discorso sulla disposizione degli scaffali e’ cosa nota e assolutamente logica, i prodotti sono la per essere venduti! Invece la sporcizia dei carrelli e i batteri non li conoscevo.. Staremo più’ attenti!

    1. si infatti… non capisco perchè qui se ne parli come una scoperta rivoluzionaria.. ma è ovvio che i prodotti sono posizionati strategicamente per essere acquistati!! cosa ci sta a fare se no l’ufficio marketing di ogni azienda??

  10. Piccolo segreto per trovare negli espositori la merce più fresca: non prendere le confezioni in prima o seconda fila ma quelle poste più in fondo. Per risparmiare non scegliere i prodotti “”ad altezza”” occhi ma valutare anche quelli verso i piedi o sopra la testa!!! Infine dedicare alla spesa qualche minuto in più anche se si ha fretta o si avvicina l’ora di chiusura, al limite cercare di prendere solo lo stretto indispensabile e non rimandabile.

  11. andare a fare la spesa a stomaco pieno, andare a fare la spesa seguento una lista e attenendosi a questa. Prima caricare l’acqua e il carrello già si riempe , poi il resto (anche se il giro è più lungo , lacqua è sempre alla fine…) Controllare per detersivi etc dove li confezionano, spesso i marchi del supermercato si rivolgono ai professionisti del settore, quindi comprate a marchio del supermercato ma magari c’è dentro lo stesso prodotto al 50% in meno. Per una migliore qualità/salute eviterei tutti i prodotti che arrivano dalle grandi Lobby, mi fermo qui.

    1. confermo… tanti prodotti marchiati con nomi differenti, uno “di marca” e uno “da discount” provengono dallo stesso identico produttore…

    2. @Magdalena: l’acqua all’eurospin e alla Lidl è invece all’inizio, tant’è che il mio carrello pesa 3 quintali da subito.

  12. Una cosa fondamentale per spendere meno e’ anche farsi una lista scritta di cose che servono e ATTENERSI SOLO A QUELLA !!!

  13. noi con un po’ di sacrificio e di organizzazione abbiamo deciso di fare la spesa in altri modi alternativi senza spendere di più anzi complessivamente risparmiamo un po’ e guadagnandoci nella qualità e salubrità dei prodotti acquistati nella diminuzione degli sprechi e (se interessa) nella diminuzione dell’impatto ambientale della nostra spesa

  14. per EVITARE ULTERIORI PERSECUZIONI ,EVITO DI DIRVI CHE CÍ SAREBBE MOLTO DI PIU DA SEGNALARE. GUARDATE I PARTICOLARI………

    1. la colpa non è del supermercato, il supermercato deve vendere un prodotto. Quando una donna chiama l’idaulico per un rubinetto che perde sa già che pagherà 50 euro solo per la chiamata, e magari un’ora di manodopera, è colpa dell’idraulico? se fa regolare ricevuta assolutamente no. La signora è libera di scegliersi il marito che vuole, percui anche quello che non sa riparare un rubinetto, oppure scegliere di chiamare un idraulico sapendo quello che andrà a pagare.

  15. Lo dico sempre che bisogna smetterla di andare al supermercato. Io ci compro solo poche cose (carta igienica riciclata, latte bio e poco altro), mentre cerco di comprare il resto con il GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), direttamente dai produttori o al mercato. Non facciamoci rendere schiavi compratori… abbiamo un grande potere in mano e lo possiamo esercitare dirigendo i nostri acquisti verso un economia più sostenibile e umana. o diceva: “Possiamo fare a meno di un sacco di cose materiali nella nostra vita, ma la verità è che non possiamo fare a meno di comprarle!”. Meditate gente, meditate!

    1. bisogna smetterla di dare la colpa a tutti, ognuno deve fare il suo lavoro e tirare denaro nel proprio cassetto, le generazioni post 68 hanno perso di vista l’arte di saper stare al mondo, imparando a dare le colpe di tutto a terzi, denunciando soprusi e reclamando diritti. OCCORRE SVEGLIARSIIIIIII!!!!

  16. per anni si è detto che i soldi sono ricettacolo di germi di ogni genere, mia nonna campagnola ignorante è sempre stata attenta che noi bambini non mettessimo i soldi in bocca, che spingendo il carrello da bimbi no avvicinassimo la bocca al manico, perchè veniva naturale appoggiarsi, a 5 anni il manico è proprio a quell’altezza ed carrelli, oltre ad essere usati da tutti per trasportare tutto, compresi bambini con le scarpe, venivano spesso depositati nella postazione nei pressi del parcheggio esterno o interrato. Oggi che tutti più o meno abbiamo studiato… c’è bisogno di libri trattati, articoli, e che qualcuno si erga al ruoli di diffusore di informatore salvatore del consumatore?

  17. inoltre, mia zia, straneiera e di un paese dove i supermercati sono giunti prima che da noi provincialotti italiani, ha sempre fatto la spesa con la lista pro-memoria, per non comprare niente di più e niente di meno di quanto le servisse, perchè ha sempre detto che nei supermercati compreresti tutto

  18. in tanti accusano i commercianti che non rilasciano lo scontrino e nulla vieta che una persona allora possa chiederlo….pero’ in pochi si accorgono che su quello per esempio dellESSELUNGA C’E’ SCRITTO……SCONTRINO NON FISCALE….avete idea di quanti scontrini batte il supermercato,e perche’il suo non e’fiscale????????

    1. Hanno lo scontrino non fiscale, perchè hanno collegato il sistema scontrini direttamente con la Agenzia Entrate,GDF.quindi è tutto regolare.

    2. TUTTI i super mercato non emettono scontrino fiscale: auchan coop famila ecc . se non le piace esselunga non ci vada Lillo

  19. le cose non credo che stiano proprio cosi’,,,,la Esselunga fa’la dichiarazione dei redditi in base al fatturato fornitori e non su gli scontrini,,,ed a buon intenditore poche parole

  20. Luciano.9
    Ringrazio l’autore dell’articolo. Ho visto bimbi di pochi mesi mettere in bocca di tutto, finanche il manico dei carrelli. Si dovrebbe fare più pubblicità ad articoli del genere perché molte mamme, o chi per loro, per distrazione o altro, non riflettono su questo serio problema.

  21. Bel pezzo complimenti, ci sono i colori ( in cui però i supermercati non c’entrano nulla) a cui ricorrono le varie aziende produttrici 😉 .
    Adesso non ne ricordo i vari significati, ma sono molto importanti… blu, rosso ,oro e alcuni altri hanno significati precisi per facilitare la vendita di prodotti confezionati dalle multinazionali e/o grandi aziende.

  22. Spero di fare cosa gradita suggerendo un’applicazione che consente di confrontare i prezzi dei prodotti del supermercato o comunque tutti quelli dotati di barcode. L’abbiamo sviluppata per consentire ai consumatori (come noi… dato che la utilizziamo quotidianamente) di poter essere consapevoli del prezzo confrontato con gli altri punti vendita.

    Tramite l’app THIRDEYE SHOPPING ASSISTANT (per ora solo per Android)
    possiamo confrontare i prezzi dello STESSO prodotto nei vari punti
    vendita. Ovviamente e’ gratuita e restera’ gratuita. Siamo disponibili a
    collaborare con chiunque per poterla migliorare…

    Blog per approfondimenti –>

    Su Facebook –>

    Link allo store per installare l’ Applicazione –>

  23. A parte l’articolo a tesi, che è comune anche nei media più seri, molte di queste cose non hanno niente di male e sono riportate in manuali di marketing o di teoria del comportamento del consumatore.
    cosa non vorrebbero far sapere, quindi?
    Ma la selezione degli articolisti chi la fa?

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